Si chiama Davi e uno dei suoi sogni era tornare in Italia e partecipare al festival musicale più popolare di sempre nel Bel Paese. Sanremo parte ma lascia fuori dall’Ariston il calabrese che ormai vive e lavora da tempo in America e che si porta nel cuore Joe Coker. Lui si chiama Giuseppe Davi e come nome d’arte ha deciso di usare solo il suo cognome Davi appunto. E’ partito anni fa dal reggino e voleva ritornare in Italia passando da Sanremo con i Take six ma dalla Rai, fanno sapere dall’entourage dell’artista, non è arrivata nessuna risposta. Peccato perché Davi aveva il desiderio di portare i Take six sul palco dell’ Ariston per “dare un senso al proprio percorso artistico, svoltosi prevalentemente all’estero, presentando un inedito con la collaborazione e l’arrangiamento a cappella dei Take six, omaggiando in questo modo il pubblico Italiano con alcuni brani in medley degli stessi Take six a coronamento anche della conclusione del loro venticinquesimo anno di carriera artistica”. Ma Davi è un calabrese d’origine e la testa dura e la tenacia sono nel suo Dna. Si è rimboccato le maniche regalandosi una collaborazione con Claude Mcknight con il quale ha voluto omaggiare un grande della musica mondiale come il compianto Joe Coker.

Con Mcknight Davi ha interpretato Up where we belong originariamente interpretata da Joe Cocker e Jennifer Warnes colonna sonora del film cult
“Ufficiale e gentiluomo”. Dopo un decennio di carriera e due anni di pausa creativa, Davi si appresta quindi a presentare nel corso del 2015 il nuovo lavoro realizzato con Vivir Music Records e la collaborazione di importanti autori Italiani quali Favarin, Sciorilli e musicisti internazionali tra i quali Vinnie Colaiuta, Abraham Laboriel, Michael Landau.
Proprio Davi, per evitare strumentalizzazioni, aveva bloccato la promozione del single a causa della morte del grande Joe. In attesa del nuovo album, previsto per quest’anno e prodotto dall’etichetta indipendente italo/americana seguito dal manager Angelo Sacchi, Davi si lascia alle spalle Sanremo insomma e celebra il mito di Joe Cocker senza rimpianti e magari con il sogno di arrivare all’Ariston ed entrarci dalla porta principale.