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GERMANWINGS | L’A320 si è schiantato per colpa dell’11/9?

I passeggeri dell'Airbus A320 morti per colpa dell'11 Settembre
Francesco Cangemi
Francesco Cangemi
Marzo26/ 2015

L'A320 si è schiantato per colpa dell'11/9?

di Francesco Cangemi

Paradossi. Ci pensate mai ai paradossi? Sono quelle robe che vanno di pari passo col concetto di “sliding doors” ovvero il “cosa sarebbe accaduto se…”. La tragedia dell’airbus ne fa emergere uno che fa rabbrividire ma al quale non si può non pensare: c’è la possibilità infatti che se le norme antiterrorismo adottate dopo l’11 settembre 2001, quando aerei pilotati da terroristi di Al Qaida sono caduti su New York e Washington, non fossero mai esistite i 150 passeggeri del Airbus A320 della Germanwings (compagnia affiliata al gruppo Lufthansa), che da Barcellona sarebbe dovuto arrivare a Dusseldorf, potrebbero essere ancora vivi. Già. Certo, il condizionale è obbligatorio soprattutto alla luce dell’enorme dolore che ha procurato una tragedia così grande di cui, al momento, si conosce solamente il nome di chi ha deciso questo orrendo schianto e cioé il copilota Andreas Lubitz. La magistratura francese non può affermare o smentire con certezza che il copilota fosse un “kamikaze dormiente” di qualche cellula terroristica, si pensa al suicidio ma non viene esclusa nessuna ipotesi anche dopo aver ascoltato la registrazione della scatola nera. Di certo c’è che l’uomo quando ha iniziato la discesa del velivolo era pienamente cosciente quindi ha voluto che l’aereo precipitasse. Fuori da quella cabina c’era il comandante Patrick Sonderheime e lui a rientrare dentro c’ha provato, e con forza, per otto minuti prima dello schianto fatale sulle Alpi francesi. Quell’uomo, il comandante che magari si sarà semplicemente alzato per andare in bagno o magari per controllare qualcosa in una giacca o per chiedere un bicchiere d’acqua ad una hostess oppure molto più banalmente perché magari gli si era addormentato un piede, ha provato a rientrare ma un sistema di sicurezza adottato dopo la tragedia dell’11 settembre gli ha impedito l’accesso. Proprio così. Dopo l’attacco alle Torri Gemelle le compagnie aeree di ogni dove hanno adottato nuove misure antiterrorismo fra i quali il blocco della cabina di pilotaggio (fortunatamente alla possibilità di avere uno “sceriffo a bordo” non ha aderito nessuno). Chi è fuori può entrare dentro solo se chi è seduto in cabina sblocca la porta; porta che, dall’esterno, ha bisogno di un codice ma se da dentro non arriva l’ok la porta resta chiusa. Sonderheime lo ha inserito quel codice ma Lubitz non ha aperto. Se, paradossalmente appunto, l’Airbus A320 non si fosse adeguato alle normative internazionali post 11 settembre quella porta si sarebbe potuta aprire con una spallata e forse il comandante avrebbe potuto riprendere il controllo sul suo copilota. Certo, da quando sono in vigore le norme adottate contro il terrorismo “aereo”, questo è il primo caso ma c’è una domanda da farsi: possibile che non si trovi un altro sistema? Se dentro la cabina ci fosse stato un terrorista l’esito probabilmente sarebbe stato uguale. L’ipotetico attentatore infatti avrebbe potuto far uscire con la forza o sotto l’uso delle armi i componenti della cabina senza che nessuno potesse rientrare nuovamente.

Questa tragedia è la dimostrazione di come non bastano norme antiterrorismo dettate dall’onda emotiva di eclatanti e terribili attentati; se qualcuno si fosse soffermato a ragionare su come questo sistema di bloccaggio della porta ha pecche irreversibili avremmo più “paura” forse ma 150 vite in più. Un paradosso ma impossibile non pensarci.

Francesco Cangemi
Francesco Cangemi

Giornalista pubblicista che ama definirsi cantore della modernità e signor Wolf in salsa bruzia. Prima che nelle redazioni ha bazzicato per qualche anno nel teatro come attore e con qualche esperimento alla regia ma poi, per fortuna, ha smesso. Ha scritto diversi racconti ma molti sono ancora nella sua testa e ha collaborato a smisurate cose. Ah sì... ogni tanto parla in terza persona...

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