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PLAYLIST | Ragione e poesia vanno difese con durezza

mmasciata
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Novembre21/ 2016

di Andrea Mammone

Cammino su Upper Richmond Road, al confine tra Putney e Barnes, nel sud-ovest di Londra, col mio zainetto in spalla. Esco da una casa e ne cerco un’altra. Il viale (abbastanza) alberato fa un po’ America. Penso di essere in compagnia e immagino un dialogo a Princeton. In realtà è la musica (Wicked Games di Parra For Cuva e Anna Naklab) che proviene dalle cuffie che mi fa viaggiare e sentire più cool di quello che sono. Invece un clacson mi fa ritornare su questo pianeta. Mi domando allora in che mondo viviamo e se senza quegli occhi puri, all’apparenza duri, che nascondono un mare a volte burrascoso, altre calmo, ma comunque sempre vitalità, sensibilità e dolcezza, riusciremo ancora a comprendere cosa ha da dirci il vento e se saremo in grado di parlargli.

La fermata della metro sull'Upper Richmond
La fermata della metro sull’Upper Richmond

Sarà forse la malinconia, oppure la preoccupazione per quello che mi circonda. Luis Sepulveda però suggerisce, e a ragione, che la tenerezza va protetta con la durezza e che non possiamo permettere che la paura ci paralizzi. Inizio a pensare che nel vivere quotidiano abbiamo dimenticato, o messo da parte, proprio sensibilità e dolcezza. Gli ultimi anni ci hanno portato le bombe su Aleppo e i predicatori di odio. I Donald Trump sono diventati i padroni delle cronache politiche fatte di insulti e isolazionismo, di rigetto del diverso e di avversari che diventano “nemici”. I greci soffrono e a molti interessano che le banche tedesche recuperino i soldi prestati scelleratamente. Che fine hanno fatto la solidarietà, la ricchezza della multiculturalità e i vantaggi di un’epoca in cui viaggiamo senza controlli alle frontiere? Perché proporre divisioni e temi nazionalisti anche dove non sono (quasi) mai esistiti? Come si può accettare che ci sia gente che vorrebbe rigettare in mare barconi di disperati che cercano una vita migliore?

É arrivato il momento di dire basta e reagire. In un mondo diventato improvvisamente “o bianco o nero” scordiamo troppo facilmente la gradazione dei colori e la bellezza degli arcobaleni che arrivano, appunto, dopo i temporali. Non si può più fare spallucce davanti a un mondo che deride il potere dei sogni e non considera l’importanza della “poesia” nella vita di ogni essere umano. La “mia” poesia è nel mare, in Arianna che diventa grande e aiuta i compagni meno fortunati, nel mio (secondo) fratello mulatto Lucas che inizia a parlare in tre lingue, in Sara che a due anni e mezzo ragiona meglio di un centinaio di leghisti che frequentano le discoteche dei presunti vip, in qualche ragazzo e ragazza che non si accontenta della superficie ma entra nelle cose, negli studenti di minoranze etniche che frequentano i miei corsi, in una studentessa che segue una mia lezione sentendosi un’esploratrice del cosmo e uscendo dall’aula mi ringrazia, nei racconti che ho iniziato a scrivere, in chi lotta contro la povertà, ed è anche nel sorriso di un senzatetto e nello sguardo di mia nonna. Ognuno dovrebbe trovare dentro di se quella poesia e quella sensibilità che permettono all’anima di riconnettersi con la ragione, e senza perdere di vista le cose per cui vale la pena combattere. Anni di austerità, precarietà e nazionalismi xenofobi hanno invece inaridito buon senso e sentimenti. Questo rischia d’influenzare seriamente la nostra esistenza.

A volte i miglioramenti hanno bisogno di rotture e “movimento” (oltre che di coraggio). Lo scrittore John Berger racconta che il vero senso della vita è nei segreti e non nei posti dove gli altri ti dicono di guardare – e quindi negli schemi sociali, nelle convenzioni e nelle imposizioni. Abbiamo forse davvero smesso di sognare? Il nostro passaggio sulla Terra necessità della nostra voglia di cambiare il mondo. Da questo punto di vista allora possiamo davvero proteggere ragione e poesia con la durezza, reagendo alla violenza verbale, all’idiozia, a chi vuol farci credere che esistono “razze” umane, a chi commenta i miei articoli (firmandosi) con frasi come “quando vedo un nero mi viene da vomitare”. Democrazie e diritti umani non sono immutabili e nemmeno conquiste stratificate da millenni di storia. Reagiamo quindi prima che una minoranza dei clic e dei likes, o quella che vorrebbe bruciare i libri, ci riporti al clima degli anni venti e trenta.

Sappiamo tutti bene come è andata a finire. Penso che Arianna, Lucas e Sara, oltre a tutti i figli e figlie di guerre e fame, meritino qualcosa di molto meglio.

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Il collettivo Mmasciata è un movimento di cultura giovanile nato nel 2002 in #Calabria. Si occupa di mediattivismo: LA NOSTRA VITA E' LA NOTIZIA PIU' IMPORTANTE.

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