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In ricordo di Michele Stumpo

adminwp
Novembre25/ 2013

michele stumpo

Si è tenuta questa mattina a via Kennedy di Rende, davanti alla sua abitazione, la cerimonia funebre per Michele Stumpo, indimenticato dirigente politico cosentino. Un’assemblea appassionata, laica e composta, un feretro avvolto dai garofani rossi e dal sentimento dei suoi cari e dei compagni di una vita arrivati a dargli omaggio. Delle orazioni lette stamattina e scritte in queste ore sarà composta una pubblicazione speciale di Azionecritica, giornale che Stumpo ha guidato fino agli ultimi mesi. Di seguito ne pubblichiamo alcune anticipazioni che compongono il ricordo della sua vita di impegno civile.

 

A MICHELE.

di Giuseppe Tamburrano

Come è difficile ricordare un amico caro ed un socialista esemplare! Le parole non vengono, sommerse da una piena di sentimenti.

Michele Stumpo è stato un socialista insieme antico e moderno. Antico perché le sue idee non si riferivano tanto al partito quanto agli ideali. Moderno perché capiva che l’unica risposta alla crisi nazionale e mondiale è in un rinnovato socialismo.

Fuori dal PSI di Nencini Egli si è battuto con tante iniziative: riviste, convegni, dibattiti per un nuovo socialismo con la moralità e lo spirito di sacrificio dei nostri nonni e con una cultura all’altezza dei tempi.

“Muor giovane colui che al cielo è caro”: ma noi siamo arrabbiati col “cielo” perché ci era caro come un fratello e “utile” come militante modello.

Michele porti con Te il ricordo e l’affetto degli amici e l’impegno dei compagni a continuare la Tua lotta.

A Patrizia di Lui compagna due volte: di vita e di milizia.

 stumpo

 

MERITAVA DI PIU’.

di Paride Leporace

Il compagno socialista Michele Stumpo non è più tra noi, ma mi sento di affermare che la sua Memoria resterà sempre in noi che l’abbiamo conosciuto e con cui abbiamo diviso le passioni della politica. Di lui si può dire che fu la coerenza fatta persona. Non il “giapponese” che aspetta l’ordine dell’Imperatore, ma chi fu mai domo ai mestieranti e agli opportunisti. Egli aveva come una sorta di melanconia del mondo in cui la sinistra unita poteva modificare le cose che abbiamo perso cercando continuamente di riprendere quel novecentesco fiume carsico delle nostre generazioni.

Essere il leader della federazione giovanile della provincia più socialista d’Italia lo forgiò con determinazione. Non fu mai burocrate, ma si sporcò le mani e mise la testa in quel movimento allargato che soprattutto al liceo Telesio vide decine di militanti unirsi nella pratica quotidiana della politica. Non mancarono le divisioni, ma il confronto era quotidiano e quindi anche la pratica di vita, per nostra fortuna non priva di umorismi e gioie esistenziali. Ho sempre pensato che fu anche questo, insieme alla libertaria ispirazione manciniana del tempo, a consentire certe insolite azioni parallele tra spezzoni di Autonomia da colombe e la Fgsi guidata da Stumpo e che aveva ottimi militanti che si opponevano alla gioventù del compromesso storico cattocomunista nella sempre fervente Cosenza.

Fu sempre in politica. Nei giorni del terremoto del 1980 tra i tanti ad organizzare le squadre di soccorso che supplivano all’assenza dello Stato, nelle battaglie laiche e radicali, nelle questioni locali sempre intense e contrapposte. Rimase sempre nel Psi fino agli anni Novanta e non credo che sia il dolore della perdita, che me lo fa ricordare sempre avverso al cesarismo e al pensiero unico del leader dominante. Non fu con Giacomo Mancini nel momento del potere comunale degli anni novanta. Fu invece, il braccio destro (o sinistro?) del suo maestro Michele Cozza, un fulgido esempio di socialismo delle idee. Continuò ad animare circoli liberi e Azione critica da cappello frigio. Mi addolorava quando io da caporedattore di giornale consideravo poco qualche suo intervento e lui ne temeva un complotto ideologico dei vincitori. Io capii in quelle circostanze che restar nelle minoranze può confondere l’analisi politica. Meritava di più Michele Stumpo. La nostra comunità avrebbe meritato il suo saper essere classe dirigente. Non fu possibile per la sua coerenza che resta il fiore rigoroso del suo appassionato socialismo. Alla sua adorata compagna di vita e militanza (quanto socialismo anche in questo) ai suoi amici e parenti va il mio abbraccio e il ricordo del figlio del fondatore della giovanile socialista Cosenza negli anni Venti. E’ passato un secolo ma i valori di Michele Stumpo sono ancora vivi. Come si diceva ai tempi andati: “Le nostre idee non moriranno mai”.

stumpo funerali 2

 

UN VUOTO INCOLMABILE.

di Antonio Cesario

Il fratello che non ho mai avuto si chiamava Michele. Lui generoso, testardo, burbero e affettuoso. Io superficiale, pratico, leale e affidabile. Oggi finiscono 40 anni di vita quotidiana, passati uno affianco all’altro.

Michele era un uomo di principi solidissimi, un uomo che credeva fermamente nel valore delle idee. Brillante fin da giovanissimo, ha visto compiersi una carriera ricca di soddisfazioni ai più alti livelli, fermatasi solo davanti all’ambizione più grande di continuare ad essere un punto di riferimento per i suoi cari e per la sua terra, che ha sempre – e ardentemente – desiderato di cambiare.

Ne sono testimone davanti a voi: è stato un padre affettuoso e generoso. Mario e Flavia i suoi adorati gioiellini. Ho imparato da Pierluigi come si ama un fratello maggiore come Michele, capace fino all’ultimo delle forze di essere al servizio della loro adorata mamma. La dolcezza di Patrizia ha accompagnato Michele fino all’ultimo, le premure di Regina, amata sorella, fin dall’inizio.

Ha amato fino al profondo il bello, ha cercato in modo maniacale la perfezione. E’ stato un leader instancabile, un pensatore lucido. Ci ha trascinato da solo e dal nulla in un’avventura ambiziosa come quella di “Progetto Socialista”.

Credeva nelle idee come nella goccia che scava la pietra e perciò mi trascinò, insieme a Ivana, Enrico, Claudio, Tommaso e Gianfranco, nell’emozione di fondare una testata giornalistica nuova e coraggiosa; in anni, che non erano né nuovi e né coraggiosi, Azionecritica riuscì a distinguersi e di questo va dato atto al suo coraggio.

Come solo i grandi sono capaci di fare, Michele era in grado di formulare una sintesi politica particolare e universale allo stesso tempo.

Il suo pensiero, colto e coerentemente e profondamente laico, diventava azione politica con una semplicità disarmante. “A Cosenza, ma non marginalizzati” amava ripetere, regalandoci analisi roboanti sulle questioni di politica internazionale più importanti. Quando finiva ci rendevamo conto che erano perfette per farci capire al meglio anche cosa succedeva nei nostri piccoli posti.

Rileggere oggi quello che ha scritto e prodotto Michele –  dai tempi in cui si distingueva come dirigente nazionale della giovanile socialista, fino ai giorni in cui cercava di fare una nuova semina nella nostra Cosenza –  è un esercizio doveroso e utile per tutti noi e oltre ancora. 

Lui sapeva che questi tempi sono tristi perché sono orfani della bellezza delle nostre idee, che nei cuori faceva freddo perché più non splendevano i nostri sogni.

E’ bello vedervi uniti. Michele voleva sempre che i compagni si ritrovassero fisicamente, che si esercitassero ancora in un dibattito franco di idee. Era un inarrestabile organizzatore; ha lottato fino a quando ha potuto per riaccendere la passione in molti di noi e per tramandarla a chi non l’aveva potuta conoscere.La sua invece non si è mai spenta.

Tutta la sua vita coerente al suo essere uomo di sinistra, al suo essere fiero socialista.

Ciao mio fraterno compagno, temo che il vuoto che ci lasci oggi risulti incolmabile.

stumpo funerali

 

 

UN CARO COMPAGNO.

di Massimo Giovane

Oggi gli amici ed i compagni gli hanno reso l’omaggio e l’onore che merita questo cosentino dal carattere forte e dalla personalità marcata. Un socialista che non ha avuto alcun timore di rimanere fra pochi e addirittura da solo.

Mi hanno colpito le belle parole di quanti lo hanno commemorato con grande affetto e commozione: Paolo Veltri ed altri. Mi ha letteralmente esaltato l’orgoglio che ho visto nei figli: la rivendicazione di essere come lui, di avere il coraggio e la schiettezza che ha avuto lui.

Non li conoscevo i figli o, forse, li avrò visti da piccoli. Mi hanno ricordato Michele a poco più di venti anni, quando alla Cassa era già conosciuto non solo per il suo “passato” politico prestigioso, bensì anche per la capacità di incidere sul lavoro con il valore aggiunto tipico di chi conosce le cose, si informa, legge e si aggiorna, ed è poi abile ad intervenire per apportare i giusti miglioramenti. Da subito, con la personalità ed il piglio di chi ha le caratteristiche ed i requisiti del dirigente che non ha bisogno affatto di ricevere superiori direttive.

Con Michele ho litigato cento volte per questioni, argomenti e personaggi politici. Ma era un piacere litigare con lui. Un privilegio. Era un dibattito infuocato con una persona colta ed intelligente, con due occhi grandi e rapidi come due fulmini: erano la dimostrazione di un cervello vivo e di una visione laica delle cose.

Io comunista cresciuto alla scuola aretina del PCI. Ligio al centralismo democratico ed ai valori ed ai principi dell’unità sempre ed a tutti i costi, alla difesa del Partito nel suo superiore interesse.

Lui socialista, da sempre spirito libero e soggetto libertario, inidoneo a tollerare condizionamenti di ogni tipo. Votato per codice genetico e per le preziose indicazioni di due grandi del socialismo come Giacomo Mancini e Michele Cozza, invece, alla libertà della parola e dell’espressione sempre e comunque.

Credo che Michele Stumpo sia degno di stare accanto alle grandi figure del socialismo cosentino e calabrese.

Alla fine della commemorazione ho salutato i figli ed ho detto loro che sono molto contento di avere conosciuto Michele e di avere lavorato con lui.

E sono certo che gli farebbe piacere sapere che un vecchio comunista lo saluta e gli rende l’onore che merita con il pugno sinistro chiuso. 

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