
Un terremoto per i politici calabresi che era nell’aria da tempo. Gli hanno sequestrato 2,5 milioni di beni e li hanno relegati al confino; secondo l’accusa, nonostante già fra emolumenti e vitalizi siano i politici più ricchi d’Europa se confrontati con il reddito della popolazione, facevano spese pazze personali con i fondi dei rimborsi ai gruppi consiliari. Per questo motivo sono stati disposti stamattina dalla procura di Reggio Calabria tre provvedimenti di custodia domiciliare e cinque di divieto di dimora in Calabria per consiglieri regionali della passata legislatura. Ventisette gli indagati, i capi di accusa sono peculato, ovvero il reato del pubblico ufficiale che si appropria del bene pubblico, e falso.
Uno di loro, Antonino De Gaetano (Partito Democratico), attualmente ai domiciliari, ricopriva (oggi si è dimesso) l’incarico di assessore ai Lavori Pubblici e Trasporti della giunta guidata da Mario Oliverio, travolta al pari di quella Scopelliti che l’ha preceduta. Per l’ex assessore ai Trasporti Luigi Fedele (Nuovo Centro Destra) infatti, arresti domiciliari, mentre per Alfonso Dattola, ex assessore all’Urbanistica (Unione di Centro) divieto di dimora in Calabria. Esilio giuridico che raggiunge anche Nicola Adamo, big del Partito Democratico cosentino, insieme a Carmelo Trapani (ex autista del senatore Ncd Giovanni Bilardi) e i consiglieri regionali Giovanni Nucera (Udc), Pasquale Tripodi (Centro democratico), Alfonso Dattolo (Udc).

Centro, destra e sinistra. «L’operazione – ha dichiarato il procuratore Cafiero de Raho – si chiama “Erga omnes” perché gli accertamenti hanno riguardato tutti i gruppi e tutti i personaggi coinvolti, non a caso sono 27 gli indagati nei confronti dei quali è stato disposto un sequestro beni. Si tratta di un provvedimento per equivalente, è stato cioè chiesto in misura eguale alle spese non giustificabili accertate». Spese che, come si ricorderà, hanno riguardato anche pagamento della Tarsi, viaggi all’estero, stampa di volantini elettorali, mezzi informatici, pagamento di bollette e multe, gratta e vinci, gadget, materiale edile, spese di carburante, consulenze, affitti, cellulari, la spesa per la famiglia, set di valigie, collaborazioni, cene, gioielli, fiori, tasse, viaggi e taxi, batterie, ventilatore, ipad, telefonini, ricariche. «Nel caso di alcuni gruppi – ha spiegato ancora de Raho ai giornalisti – i contributi regionali sono risultati utilizzati per spese meramente personali. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa per reati di falsità ideologica e peculato e falso in atto pubblico. Il documento di quasi mille pagine è il compendio di un’indagine a 360 gradi che ha incluso anche intercettazioni telefoniche e ambientali, video riprese e accertamenti bancari».