Da diverso tempo con la rubrica «Dolcenera» ci occupiamo del dissesto idrogeologico sul territorio calabrese, dedicando diversi servizi anche allo stato di degrado dei canali di scolo dei fiumi, anche nella zona che oggi è stata colpita dal fiume di fango che ha impressionato tutta Italia.
La situazione nella Sibaritide sembra essere momentaneamente sotto controllo, non risultano feriti ne dispersi e questa è sicuramente la cosa più importante. Anche se i danni sono ingenti e la paura e le difficoltà continuano ad essere legate ad un’allerta meteo che non vuol saperne di allinearsi ai dettami d’agosto, si può dire che è andata bene anche stavolta. Ma fino a quando sarà così? Poco, soprattutto se continuiamo a mantenere questi livelli altissimi di stupro del territorio e di disinformazione generalizzata. Partiamo da un affezionato che più fisso non si può: il sito della protezione civile calabrese, fermo nella homepage a maggio scorso per quanto riguarda gli aggiornamenti e alla visita di Papa Francesco a Scalea di giugno 2014 per quanto riguarda i servizi in evidenza. Ovviamente la homepage della sezione regionale del sito è solo una delle tante attività di allerta intervento e monitoraggio che svolge la Prociv, ma forse sarebbe meglio chiuderlo che tenerlo in questo stato, potrebbe rubare attimi preziosi a chi cerca un’informazione vitale.
E Il portale della Regione Calabria? Nessuna finestra che richiami lo stato d’emergenza nella Sibaritide e fino al tardo pomeriggio l’ultimo aggiornamento delle news che si rivolge alla decisione (di ieri) della giunta di autorizzare lo spostamento delle risorse comunitarie sui capitoli del bilancio al fine di consentire l’avvio della prima fase del programma straordinario di interventi di difesa del suolo. Cento milioni di euro (nel dettaglio) da cui ricominciare per: “azioni per la rimozione delle condizioni di criticità lungo i corsi d’acqua, per un valore pari a complessivi € 70.626.099,34; azioni di consolidamento per la mitigazione del rischio da frana, per un valore pari a complessivi € 31.431.473,00”.
Passiamo al giornalismo, che meglio non se la cava. Se qualcuno fa notare che il primo lancio di agenzia avviene dopo più di un’ora da Twitter con #Rossano e #AllertaMeteoCAL, tantissimi altri sono quelli che notano alcuni siti di meteorologia gridare al morto, anzi alle decine di morti o dispersi. Temuti e mai confermati, ma tanto basta perché i loro link diventassero virali, ripresi e rilanciati da decine di portali online senza nessuna verifica ufficiale. Pressapochismo o sciacallaggio poco importa, in questi casi ci troviamo spesso di fronte ad un’ipotesi di reato che nessuno persegue, e in ogni caso a morire è solo il giornalismo.
DIARIO | Dalla zona più colpita, gli appunti di Andrea Bevacqua:
Verso le due di oggi pomeriggio, Rossano appare una città spettrale e surreale. Il fango per strada si mischia alle giacche e cravatte degli impiegati che tornano lentamente in banca dopo la pausa pranzo. C’è un silenzio attonito e sgomento. Si spala ancora e ovunque si vedono macchine delle forze dell’ordine. Le immagini che tutti hanno visto in televisione sono devastanti e realistiche certo ben lontane dai titoli allarmanti di qualche sito locale dedito solo ad accalappiare qualche like in più. Ben diverso il tam tam di chi si è già rimboccato le maniche mettendo a disposizione mezzi pesanti e braccia per spalare. La giornata del disastro annunciato inizia molto presto. Alle 7 del mattino, Rossano e Corigliano si svegliano con un potentissimo rombo che squarcia il cielo e la quiete tutta intorno. Per tutta la notte ha piovuto, una pioggia torrenziale che risveglia le fiumare e rompe qualsiasi argine. Chi scende dalla strada della montagna parla di strada ormai sepolte dal fango e totalmente fuori uso. Il resto è la cronaca vista sul web e in tv. Ma quello che è successo oggi è l’ennesimo disastro. Qualcuno ne dovrebbe dare conto. Intanto una pessima gestione della montagna. Siamo la regione con più operai forestali d’Italia eppure riusciamo soltanto a gestire l’emergenza e molte volte per farci mangiare i soliti noti. Qualche giorno fa ho risalito la montagna di Rossano arrivando fino alla Gramignusa, una antica sorgente di acqua, luogo di ristoro per i rossanesi in fuga dal caldo. C’erano anche due carabinieri impegnati in un posto di blocco. Cosa strana per una strada dove nessuno supera i 50km/h. Il motivo della loro presenza era il controllo del fenomeno del disboscamento selvaggio. C’è un vero e proprio mercato sotterraneo di legna che passa clandestinamente da privato a privato e non è un indotto di poco conto. I due carabinieri dopo qualche minuto vanno via, richiamati in caserma per un’altra pratica. Insomma quella di oggi è l’ennesima tragedia sfiorata in una regione che fa acqua da tutte le parti.
DIRETTA | Le vostre immagini (da Youreporter)
Infine alcuni link e numeri utili nell’emergenza:
Protezione Civile Rossano 0983516141
Polizia Municipale Rossano 0983520636