Precareide, storie vere dall’Italia che resiste.
“Giovane architetto laureata (voto 110 e lode), specializzata, impartisce lezioni per tutte le materie“.
Scollo gli occhi dalla rivista patinata che mitiga l’attesa del mio turno dal parrucchiere, do uno sguardo distratto al messaggio in bacheca. Li riposo sopra l’ultima fatica tatuaggistica di Belen Rodriguez e li riporto subito su, strizzandoli, per leggere meglio. Architetto, quindi laureata, specializzata neanche a dirlo. Il flyer è giocoso, ai lati ammiccano personaggi dei cartoni e la scrittura è da “fiaba” con i capolettera grandi, così come piace ai bambini. E’ a loro che si rivolge per pubblicizzare le sue lezioni. Me la immagino a casa sua, tra studenti di “scuole elementari e superiori”, anche in gruppo ma “max. tre persone”. Me la vedo che spiega “tutte le materie”, comprese “inglese e francese” di cui ha ottima conoscenza, dice. Dietro di sé, magari, il tavolo da lavoro un po’ impolverato, con qualche progetto arrotolato di fianco e le matite sparse così da chissà quando. Non ha trovato “agganci” nelle pubbliche amministrazioni, o peggio ha frequentato studi di architetti maggiori, con allergie diffuse al pagamento dei collaboratori. O forse ancora ci spera e arrotonda con le lezioni ai bambini. “Disponibile anche come baby sitter“, continua, “prezzi modici“, assicura. Persona con “esperienza, seria e affidabile“, “automunita“. Eppure non c’è mestizia nel suo dire, anzi, c’è il piglio giocoso di chi ha davvero esperienza, non so se coi bambini, ma sicuramente con la vita. “Don’t worry be happy“, saluta. E per un attimo sembra che non ci si debba preoccupare davvero.