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CAMERINI | Addio Ronconi, l’omaggio di Piera Degli Esposti (VIDEO)

Addio Ronconi, l'omaggio di Piera Degli Esposti
Francesco Cangemi
Francesco Cangemi
Febbraio23/ 2015

di Francesco Cangemi

Si chiude il sipario sulla vita di Luca Ronconi e tutto il mondo del teatro, e non solo, omaggia il direttore artistico del Piccolo Teatro di Milano. Anche chi, artisticamente, lo ha incontrato una volta sola e per qualche lettura tratta da Pirandello come è capitato a Piera Degli Esposti, che sarà di scena al Teatro Auditorium dell’Unical per Il Canto del Bosco sacro in cui impersona l’Altissimo. Pensare che la Degli Esposti disse “no” al Piccolo quando questo era diretto dal suo fondatore Giorgio Strehler che la voleva per uno dei suoi spettacoli ma Piera era impaurita dal ruolo del regista che schematizza l’attore e rifiutò beccandosi la definizione di “stronza” dallo stesso Strehler. La Degli Esposti non si è mai pentita di quel rifiuto anche perché le Muse con lei sono sempre state generose e Piera ha saputo ricambiare questa stima con le sue mille vite artistiche. Quel “no” le valse una delle interpretazioni più importanti della sua carriera. Quella Molly Bloom descritta da James Joyce nell’ultimo capitolo dell’Ulisse. Dovettero faticare non poco Tino Schirinzi e Giuseppe di Leva per farle interpretare quel personaggio ma alla fine riuscirono a convincerla. E fu un successo clamoroso. Non solo un Premio Ubu per la sua interpretazione ma anche, e soprattutto, la celebre affermazione di Eduardo De Filippo che vedendola in scena esclamò “questa è o’verbo nuovo” facendo intendere che la Piera sarebbe diventata il nuovo teatro italiano. Non sbagliò. Così come lei non ha sbagliato mai sul grande schermo passando per le mani di Castellani, dei fratelli Taviani, di Pasolini, il grande feeling con la Wertmuller e poi con Moretti, Bellocchio, Tornatore e Sorrentino per il quale è diventata la segretaria di Andreotti. A vederla da vicino Piera Degli Esposti sembra “semplicemente” una signora minuta ma di classe, salita sul palcoscenico o davanti alla macchina da presa diventa una vera e propria leonessa così come la disegna Peter Marcias nel suo Tutte le storie di Piera che non è un semplice documentario ma un vero e proprio tributo ad una delle più grandi artiste del teatro italiano.

Francesco Cangemi
Francesco Cangemi

Giornalista pubblicista che ama definirsi cantore della modernità e signor Wolf in salsa bruzia. Prima che nelle redazioni ha bazzicato per qualche anno nel teatro come attore e con qualche esperimento alla regia ma poi, per fortuna, ha smesso. Ha scritto diversi racconti ma molti sono ancora nella sua testa e ha collaborato a smisurate cose. Ah sì... ogni tanto parla in terza persona...

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