Parla come canta. Sussurrando. Il suo parlato non tradisce l’origine siciliana dalla cui tradizione ha tratto ispirazione per il nome d’arte. Colapesce, ma all’anagrafe si scrive Lorenzo Urciullo. “Lorenzo, Lorenzo“, così lo chiamano i musicisti e i tecnici mentre effettua il sound check al Teatro auditorium dell’Unical per l’ennesima data del tour legato al disco Egomostro. Colapesce compie con le sue parole lo stesso viaggio che l’omonima figura leggendaria compiva al tempo di Federico II: il secondo si gettava nel mare per trovare tesori (o salvare la Sicilia dipende quale leggenda si ascolta, ne canta le gesta anche il cantastorie calabrese Otello Profazio), il primo si getta nel profondo dell’anima umana odierna e ne porta in superficie paure, limiti, vezzi, pensieri profondi e meno intensi e persino la papaya. Non si sente una star della nuova musica, né di essere entrato già di diritto nell’Olimpo italico dei cantori moderni come Brunori, Di Martino o Dente ma c’è da giurare che il ragazzo, proprio come faceva l’altro Colapesce nel mare, si farà strada fra i tesori musicali. I punti di riferimento del nuovo Lorenzo della musica italiana spaziano da Lucio Battisti a Damon Albarn e nella sua voce e nelle sue liriche si rintracciano tutti con quel pizzico di originalità che lo contraddistingue. L’immaginario di Colapesce, e di Egomostro, è fatto anche dei film visti da bambino, cresciuto fra gli anni Novanta e gli Zero, ed è da qui che nasce, ad esempio, Le vacanze intelligenti che si ispira ad un episodio della pellicola Dove vai in vacanza? con Alberto Sordi protagonista. Convince anche il primo singolo Maledetti italiani e altri brani come Mai vista e L’altra guancia. Il ragazzo siracusano, dopo il secondo album, inverte il titolo del lavoro d’esordio: per lui si può parlare tranquillamente di “una meravigliosa ascesa” insomma.
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