Cauteruccio e Maroccolo. Ci sono ritorni che avvengono e altri che speri si avverino. C’è il ritorno dell’Eneide di Krypton messa in scena da Giancarlo Cauteruccio più di trentanni dopo il suo esordio. C’è il ritorno del regista nella sua città natale, Cosenza, proprio con questo spettacolo. C’è il ritorno delle musiche dal vivo dei Litfiba (con Beau Geste) Gianni Maroccolo, Francesco Magnelli e Antonio Aiazzi e c’è, probabilmente, l’esclusione di un ritorno tanto atteso: quello fra Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni.
A escluderlo, anche se non del tutto, è lo stesso Maroccolo a Mmasciata.it, spiegando però come i due fondatori dei Cccp, poi diventati Csi e infine Pgr, abbiano ripreso almeno a parlarsi dopo anni di silenzi e di incomprensioni. Hanno riscoperto le affinità i due ma le divergenze sono ancora tante. Troppe? Chi lo sa… In fondo Maroccolo di ritorni se ne intende visto che proprio con Zamboni e gli altri ex Csi sta portando avanti il progetto di Breviario partigiano, che segue il ritorno dal vivo con i Litfiba delle origini e che porta al ritorno di quella Eneide che lanciò la band toscana ma anche, e soprattutto, i Krypton di Cauteruccio.
E’ un nuovo canto, spiega il regista, stavolta in scena c’è solo lui e i tre musicisti. Cauteruccio è più intenso come voce che come corpo, disegna con le dita ciò che prende vita tramite gli ologrammi. E’ cantore, è Enea, è Didone, è Virgilio, è sangue e dolore. Il resto è musica e fasci luminosi e fumi che avvolgono letteralmente il pubblico in teatro. L’acqua ologrammata del viaggio di Enea raggiunge le file degli spettatori così come il sangue della battaglia, così come il dolore di Didone (voce off di Ginevra Di Marco). E’ forse il primo vero spettacolo in tre dimensioni che avvolge chi è seduto in sala. Non c’è nemmeno bisogno di indossare gli occhialini come al cinema. A metterli su sono Cauteruccio, Maroccolo, Aiazzi e Magnelli per non restare accecati dai proiettori che sparano in fasci di luci le gesta raccontate nell’Eneide. La nuova Eneide probabilmente rappresenta il futuro non solo del teatro contemporaneo ma anche della Lirica con musiche, ologrammi, dramma perché c’è tutto questo nello spettacolo di Krypton. Un dubbio però resta: forse sarebbe servito un altro attore oltre a Giancarlo in scena? Forse Cauteruccio poteva essere “solo” cantore? Chi lo sa. Lo spettatore in fondo non ha nemmeno tanto il tempo di pensarci visto che ogni quadro dello spettacolo lo investe coinvolgendolo totalmente.
La data cosentina dell’Eneide porterà dietro con sé una amara chicca. Per trenta minuti il basso di Gianni Maroccolo non suona. C’è un problema di cavi e nonostante Magnelli si sbracci da dietro i suoi strumenti per lanciare messaggi ai tecnici, ci vorrà un po’ prima che il bassista ritorni a muovere le quattro corde. Maroccolo non si scopone più di tanto, così come il pubblico che percepisce solo un pizzico di concitazione. Ma in fondo è anche normale che sia accaduto tutto ciò: cosa c’era da aspettarsi se non almeno un po’ di caos durante una tempesta epica?