Si può ancora scrivere di un concerto senza usare la parola “poliedrico” per l’artista? Con Daniele Silvestri è operazione da Acrobati, come il titolo del disco (dedicato a Lucio Dalla) lanciato con il Megafono tour ieri sera approdato al Teatro di tradizione Alfonso Rendano di Cosenza. Se è la prima volta nella ventennale carriera dell’artista romano un suo album si posiziona in testa alle classifiche di vendita, lo stesso non si può dire della dimestichezza con la quale calca palcoscenici così antichi e prestigiosi. Il teatro Silvestri lo conosce bene, non solo perché è figlio di Alberto Silvestri, geniale sceneggiatore (Sandokan e il Ritorno di Zanna Bianca, per citarne due) e autore televisivo che ha portato il proscenio del Costanzo Show nelle case degli italiani, ma anche perché già a metà anni novanta lo calcava al fianco di Rocco Papaleo nello spettacolo Rosso fiammante bloccato neve dubbi vetro tesi infinito. Erano gli anni in cui saliva anche sul palco de L’Havana al Festival della Gioventù Comunista. Anni lontani ma non troppo da quello che il 47enne ancora propone in tutte le sue tappe, concluse sempre con la canzone Cohiba, dedicata alla figura di Ernesto Che Guevara, datata ottobre 1996. E di revival non ne mancano nelle abbondanti tre ore di spettacolo orchestrate da Silvestri, che divide la serata in tre scenari e tre canovacci.
Il primo casalingo, dedicato all’album in uscita si presenta con una scenografia che richiama una città vagamente britannica, con Silvestri adagiato al pianoforte dietro una cortina di mattoni che somiglia ad un pozzo dei desideri. Nove minuti di pausa dopo la prima abbondante ora di musica e si passa al circo e alle Monetine; Silvestri nei panni del circense si lascia già andare a fuori programma e a brani fuori scaletta, accompagnato da un superbo gioco di luci, protagonista di tutto il concerto, fino alla parte open della serata, quella dedicata alle richieste del pubblico e della rete dei fan. Se proprio nella città dei bruzi non poteva mancare La Paranza, canzone portata a Sanremo nel 2007 in cui è contenuta una citazione (“Così da Genova puoi scendere a Cosenza“, semplice assonanza o richiamo alle due città simbolo della rivolta noglobal?), stupiscono brani più sentimentali e datati, in cui emerge l’atmosfera romanesca scanzonata e romantica del cantautore, che dedica fra gli applausi scroscianti del teatro Occhi da orientale a Filomena, una giovane ragazza di San Lucido vittima di un incidente stradale in cui sono state recise tre vite ma in cui grazie alla donazione degli organi hanno potuto trovare speranza otto persone.
La serata finisce con una mezzora buona di balli in platea, scene usuali alla Sila Suona Bee, la fortunata rassegna naturalistica della Archimedia produzioni che con il sold out allo show di Daniele Silvestri mette a segno un altro colpo vincente nella sua collezione. Per carpirne il segreto basta dare un’occhiata al backstage dove, prima durante e dopo il concerto, tecnici e musicisti sono messi in condizione di potersi divertire da matti.
Per far divertire anche il pubblico non c’è strada migliore di questa.
sas