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Carovane Migranti, l’umanità è in viaggio

Francesca Pignataro
Francesca Pignataro
Maggio22/ 2017

Il progetto Carovane Migranti è alla sua terza traversata annuale per i diritti, la dignità e la giustizia. Autofinanziato e auto sostenuto, sta toccando molte città italiane e si sta muovendo verso quelle affacciate sul Mediterraneo (la mappa). Quest’anno la Carovana, nata su suggestione di quella delle Madri latinoamericane, si occupa dei popoli del “sesto continente”, i migranti ambientali che fuggono dai loro paesi non perché delle bombe scoppiano sulle loro teste, ma perché la loro aria e le loro terre vengono bombardate da interessi economici e agenti inquinanti che mettono a repentaglio la loro sopravvivenza.

Ma cos’è la Carovana Migranti? Ce lo ha spiegato Gianfranco Crua, uno dei promotori e responsabili.

“Siamo un gruppo con base a Torino, ma non possiamo definirci un’associazione perché siamo privi della struttura tipica di un’organizzazione simile. Stiamo tentando di sperimentare al nostro interno delle nuove forme di partecipazione. Per esempio, noi non abbiamo un portavoce fisso, siamo una trentina di persone e ognuno di noi a turno si occupa di un tema diverso. Noi non pensiamo di cambiare le cose, ci accontentiamo di stimolare le riflessioni grazie allo scambio di storie e alla contaminazione di pensieri, è così che secondo noi si può formare una coscienza. In queste traversate ci muoviamo grazie a contatti personali, che costruiamo spesso proprio attraverso i viaggi, in una forma di spontaneismo lontano dalle solite retoriche.”

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Sulla Carovana in questo viaggio ci sono le esperienze di vari attivisti, tra cui Marta Sanchez Soler, presidente del Movimiento Migrante Mesoamericano. Il centro America, per chi lavora con i migranti e per i migranti, rappresenta una realtà significativa perché spesso ciò che accade in quei corridoi migratori si ripete nei nostri, come lo spostamento dei confini sempre più a sud. I migranti che attraversano il Messico spesso sono vittime di violenze, soprusi e torture da parte delle autorità, per questo frate Tomàs Gonzales Castillo nel 2011 ha dato vita a La 72 Hogar Refugio Para Personas Migrantes, nel tentativo di sostenere e dare assistenza alle persone migranti. Frate Tomàs rappresenta una nicchia della Chiesa messicana che non appoggia lo Stato e si occupa di tematiche ambientali nella convinzione che “la Chiesa, come la terra, è di chi la lavora”. Pensi Messico e pensi Usa. Alle domande sulle politiche e sulle affermazioni di Donald J. Trump, presidente degli Stati Uniti fortemente anti-messicano, Frate Tomàs risponde con tono calmo, ma in modo tagliente:

“Gli Stati Uniti d’America costruiscono muri e deportano le persone da sempre, è un paese che si fonda su una radice discriminatoria e Trump rappresenta tutto il peggio del Paese.”

 

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Sulla Carovana c’è anche Imed Soltani, rappresentante dell’Association la terre pour tous, che sostiene e dà voce a tutte quelle famiglie che hanno perso le tracce dei loro figli, inghiottiti dal mare o dalla terra, e di cui non si riesce ad avere notizie. Imed, in polemica contro chi accusa i migranti di scappare dai loro paesi solo per arricchirsi a spese di chi li accoglie, ci dice:

“Dovremmo ricordare che i migranti a differenza degli europei che possono liberamente muoversi nello spazio comunitario non possono farlo. Se scappano, rischiando di morire nel viaggio, lo fanno perché nei loro paesi non si può vivere. I nemici dell’Europa non sono i migranti, ma le politiche che vedono nei migranti degli invasori e li discriminano.”

Tra i migranti ci sono anche tante donne, e molte di loro nel corso della loro traversata sono vittime di violenza, spesso di tipo sessuale. Della loro tutela si occupa Maria Toma Toma di Fundebase, che ci racconta come spesso le donne anche nel loro paese vengano abbandonate dai mariti per motivi economici e da lì inizia il loro esodo.

In quanto donna mi sento vicina alle mie sorelle e lotto per difenderle da ogni tipo di violenza. Le donne non possono essere abbandonate a se stesse perché rappresentano un asse portante per la nostra società. La consapevolezza di star lottando per la tutela dei loro diritti mi motiva ogni giorno nella mia lotta.”

Tutti i passeggeri della Carovana sembrano avere ben chiaro chi sia il nemico reale: il sistema capitalistico globale che influenza le scelte dei singoli governi e aumenta le discriminazioni tra popoli. Mentre il viaggio continua, con lui viaggiano le storie di chi dedica la vita a una causa che dovrebbe essere di tutti, quella della difesa della terra e della giustizia per crimini che nelle migrazioni non sono stati commessi contro alcuni esseri umani, ma contro l’umanità.

Francesca Pignataro
Francesca Pignataro

20enne tutta ansia che oscilla tra il caos e la precisione maniacale. Scribacchio, o almeno ci provo, per rabbia o per gioia. Se armata di taccuino e penna sembro poco seria e non è solo un'impressione, ma sto provando a migliorare.

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