Il parere fra addetti ai lavori e pubblico sudante è stato unanime: il Color Fest di Lamezia Terme è uno dei migliori festival di musica indipendente che ci sono in Italia. Organizzato, accogliente e dignitoso in ogni sua componente. Quest’anno non ci hanno fatto valicare il backstage e parlare con gli artisti, un vero peccato, ma possiamo lo stesso provare a ripercorrere a modo nostro quello che hanno visto e vissuto le 5000 persone che hanno affollato i ruderi dell’abbazia benedettina per i numerosi concerti previsti da una line up di qualità e furba nel modo giusto.
Diapositive da sotto il palco:
Sugli scudi il ruggito della regina Nada e la padronanza del palco di Levante, davvero bravissime. Decisamente in rampa di lancio soprattutto per il seguito riscosso fra i più giovani gli Ex Otago, Gomma e Canova. La Brunori Sas ha celebrato una festa di famiglia davvero memorabile. Per il loro concerto si è fatto registrare il picco di pubblico, un muro umano che ha sfidato il caldo incredibile con gioia e spensieratezza. Gli One Dimensional Man hanno garantito una chiusura col botto, ma tutto il canovaccio musicale dei due giorni merita una stellina, avendo incontrato gusti diversi ma assonanti e essendo riuscito, grazie ad una rispettosa precisione della scaletta comunicata al pubblico e grazie a indovinatissimi dj set laterali, a non annoiare davvero mai.
Ultima ma importante annotazione: un’organizzazione così efficiente e complicata in mano ad un gruppo di giovani del Sud, i ragazzi dell’associazione “Che cosa sono le nuvole”, è dimostrazione che si può fare.
Gli highlights sul palco: