All’Expo di Milano, mentre politici e imprenditori si spartiscono le tangenti degli appalti, drenando milioni di euro di fondi pubblici, i giovani devono lavorarci gratis. Il bando beffa del governo sta mandando su tutte le furie moltissimi blog. Una volta si chiamavano stagisti, adesso i giovani pieni di speranze che forniscono la loro prestazione lavorativa gratuitamente in cambio di contatti e un trafiletto sul curriculum la plurimilionaria organizzazione dell’Expo 2015 li ha trasformati in volontari.
La promessa è quello di essere in 145 paesi del mondo. Per davvero. E’ stato istituito un sito ad hoc – Volunteer Expo – con diversi bandi per essere volontari all’interno dei padiglioni dell’Expo milanese del 2015. Ci si può candidare per un giorno con le aziende che parteciperanno all’Expo, quattordici giorni come supporter nei padiglioni oppure sei mesi nel programma DoteComune e dodici mesi con un progetto di Servizio Civile. Il compito – per la candidatura di quattordici giorni – è quello di fare accoglienza, quello che tradizionalmente è affidato alle hostess in tailleur e tacco a spillo, diventando una vera e propria operazione di marketing a costo zero. Scorrendo i bandi si legge che per i volontari che si candideranno per quattordici giorni è prevista la divisa, un pasto, i trasporti e la copertura assicurativa per un lavoro di “sole” cinque ore e trenta minuti giornalieri. Alla fine, se si completa il percorso, regalano un tablet. L’iniziativa è sponsorizzata dal Ministero per il Lavoro e le Politiche sociali e il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ma di soldi manco a parlarne.
Visto che si parla di processi lampo, perché non confiscare i beni dei colpevoli e restituire tutto in termini di stipendi ai giovani che lavoraranno all’Expo? Sarebbe un grande segnale, invece tutto è basato su una promessa suggestiva di networking, potenziamento del capitale sociale e costruzione di una rete di contatti. E ovviamente bisogna studiare. Sul sito ci sono sei ambiti, i volontari dovranno essere formati per dare corrette informazioni ai visitatori, dalla disposizione dei padiglioni a fondamenti di inglese, gestione dei gruppi e leadership.
L’accordo tra Cgil-Cisl-Uil, Comune di Milano ed Expo 2015 S.p.A. prevede l’assunzione a termine di 800 lavoratori e lavoratrici e l’utilizzo di 18.500 volontari per Expo, quindi lo stagista cambia nome, ma di fatto nulla è cambiato: nel paese della disoccupazione giovanile è impossibile lavorare per soldi, mentre ruba soldi e i lavori non li fa. Anzi se prima si poteva sperare in un minimo di rimborso spese (a proposito il sito Volunteer Expo è molto fumoso su questo punto), adesso bisogna accontentarsi di un pasto caldo, un cappellino e una maglietta. E forse un tablet. Nella presentazione s’incentiva alla partecipazione citando altri grandi eventi internazionali dove pare che la presenza di volontari sia stata massiccia: a Londra 2012 erano in 70.000, a Torino nel 2006 18.000, all’Esposizione di Shanghai nel 2010 si sono attivati in 70.000. Il guadagno di questa marea di ragazzi? La costituzione di associazioni e il giro del mondo stringendo amicizie.
Tutto decisamente meno accattivante di una bella tangente.