Il processo d’appello a carico di Francesco Bisceglia, alias: padre Fedele, è da rifare. Il processo al frate ultrà rosso-blù sospeso nel 2008 con l’accusa di violenza sessuale su di una suora giunge ad una svolta clamorosa. La III sezione penale della Cassazione ha ,infatti, annullato con rinvio la condanna a nove anni e tre mesi di reclusione, inflittagli dalla Corte d’appello di Catanzaro il 17 dicembre 2012.
Recita il dispositivo: “Si annulla l’impugnata sentenza limitatamente ai reati ascritti al Bisceglia e si rinvia ad altra sezione della Corte d’appello di Catanzaro“.
Proprio nei giorni scorsi il sostituto procuratore della Repubblica di Cosenza Claudio Curreli ed il giudice delle indagini preliminari dello stesso Tribunale Francesco Branda, sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Salerno a seguito della denuncia presentata da padre Fedele Bisceglia. L’accusa è gravissima:abuso d’ufficio. La vicenda per la quale sono indagati il sostituto procuratore ed il giudice riguarda una denuncia fatta dalla suora (che ha denunciato anche il frate Fedele Bisceglia), la quale riferisce di essere stata violentata a Roma da quattro persone. Indagine condotta dalla squadra mobile di Roma e coordinata dal pm Curreli – adesso sostituto procuratore a Pistoia – in quanto connessa a quella di padre Fedele. L’inchiesta era stata poi archiviata. A firmare l’archiviazione, secondo padre Fedele, era stato, nel 2010, Branda che, nello stesso periodo, era giudice nel collegio che stava processando in primo grado l’ex sacerdote.
La Suprema corte ha inoltre annullato solo parzialmente la condanna a sei anni e tre mesi di reclusione inflitti in Appello ad Antonio Gaudio, segretario di padre Fedele. Parte del suo ricorso è stata respinta e dunque passa in giudicato una parte della condanna. In Primo Grado il 6 luglio del 2011 il tribunale di Cosenza condannò Padre Fedele a 9 anni e tre mesi di reclusione; Gaudio a sei anni e tre mesi. Le presunte violenze, cinque in tutto, sarebbero state commesse tra il febbraio e il giugno del 2005. Padre Fedele, sempre secondo i giudici cosentini, compare in tutti e cinque. Gaudio in uno solo (i giudici lo hanno ritenuto però responsabile anche di un abuso su di una giovane ospite dell’Oasi). Fu la stessa suora, 45 anni, sostenuta dalle superiori e dalle consorelle, a denunciare i vari episodi, indicando appunto come principali responsabili proprio il frate e il suo segretario.
“Siamo ampliamente soddisfatti da questo verdetto e riprende la nostra fiducia nella giustizia, che in questa vicenda era andata perduta, commenta l’avvocato Eugenio Bisceglia. “Finalmente la Cassazione ha applicato le norme del diritto che in questo processo non sono mai state rispettate“.
Il verdetto è stato emanato al termine della giornata, dopo la mezzanotte circa, in quanto ritenuto un caso di particolare complessità e delicatezza. Un nuovo capitolo è pronto ad essere scritto.