di Francesco Vigna
Dopo gli anticipi del weekend, la palla passa finalmente al calcio giocato. Solo il campo dirà chi veramente ha messo a segno i colpi giusti per rinforzare e completare le rose delle squadre in questa lunga e chiacchierata finestra di mercato di riparazione.
Certo che, dal principe Raimondo Lanza di Trabia, a Mino Raiola, che fine per il glorioso Calciomercato.
Si racconta che il circo più amato dagli italiani nacque negli anni cinquanta con l’accentrico nobile proprietario del Palermo che riceveva dirigenti e presidenti delle altre società in una vasca da bagno piena di champagne oppure seduto nudo sul cesso. Una geniale trovata di un uoomo d’affari che all’epoca spopolava sui giornali, oggi tocca al rozzo super agente delle star farla da padrone. Il calciomercato si è chiuso con molti colpi sfumati proprio perché a detta del buon Mino: “Non si possono fare affari internazionali in questi alberghi di m…”. Ironie della sorte, anche se è chiaro
che più che di una questione di alberghi, pesa il fatto che non si possono spendere cifre folli in tempi di crisi.
Il colpo grosso – a rate appunto – l’ha fatto sicuramente il Milan del non casuale candidato premier Berlusconi, che ha realizzato il sogno del tifoso rossonero Mario Balotelli, che da ora in poi è libero di saltare con i tifosi al grido di “Chi non salta neroazzurro è…”. Ma, nonostante il Milan ha alzato notevolmente la cresta d’attacco con il trio dai capelli all’insù, a nostro avviso resta un competitor distante anni luce dalla forza bianconera che comanda il campionato. Il reparto che aveva più bisogno di essere rinforzato era il centrocampo ed a meno che Balotelli non impari in poco tempo a giocare sulla mediana, non si vedono alternative ad un reparto scarno, vecchio ed incerottato.
La Juve dal canto suo, aveva l’obbligo verso i suoi tifosi di portare a Torino un attaccante degno di indossare una maglia di alto livello europeo. Allora via allo sfoglio della margherita. Agnelli e Marotta, insieme a Conte, si son messi lì ed hanno contato i petali: I campioni costano, e la Juve non se li può permettere in un “mercato di riparazione”, meglio puntare sui giovani, avranno pensato. Magari quelli che abbiamo parcheggiato in qualche squadretta della Serie A: Gabbiadini e Immobile, ad esempio, possono essere da Juve. Ma niente, non possiamo permetterci nemmeno loro, figurati se possiamo arrivare a Belfodil o Icardi. Meglio cercare qualcosa dai cinesi: Drogba, inseguito da quest’estate, chiede un ingaggio troppo alto, meglio che vada a giocare in Turchia. Ed ecco che finalmente si arriva alla soluzione del rebus: “Proviamo a riesumare Anelka!!!”. Chissà cosa avrà pensato Alex da Sidney.
In Turchia è finito anche Snejider, segno che davvero tutto è cambiato. L’Inter alla fine ce l’ha fatta a risolvere questa grana complicata, ed ha potuto dedicarsi al suo mercato. Con i soldi ricavati dalla cessione dell’olandese e del giovane talento Coutinho, l’Inter ha comprato quattro giocatori, più Rocchi, il vice-Milito, arrivato nei primi giorni di gennaio. Kovacic è l’acquisto più costoso; un ragazzo che rappresenta la speranza per il futuro del centrocampo neroazzurro. Niente di clamoroso.
Ma se l’Inter è riuscita a risolvere la sua grana Snejider, la stessa cosa non si può dire della Roma. La squadra capitolina ha scelto di non farsi prendere dalla smania di mercato, facendo un solo movimento (l’acquisto del terzino greco Torosidis). Il solo problema era rappresentato dalla situazione di Stekelemburg, portiere svedese, non proprio ben visto da Zeman. L’unico sforzo della società doveva essere quello di trovare un suo sostituto. Ma con Stekelemburg in viaggio verso Londra, destinazione Fulham, Sabatini & Co., non riescono a strappare la firma di nessun altro portiere, cosicché il povero Maarten non ha il tempo neanche di arrivare a Trafalgar Square che già è costretto a far ritorno a Trigoria. Situazione degna della migliore commedia all’italiana.
E quando sono già pronti gli sfottò dei tifosi laziali, per la magra figura della società giallorossa, ecco che Lotito e i suoi emissari, con la partecipazione nel cast dei procuratori di Felipe Anderson, consolano un pò la tifoseria romanista. Salta infatti in extremis, il vero colpo della Lazio. Per questioni di tempo e di problemi burocratici, legati al contratto del centrocampista brasiliano, la Lazio non riesce a sfoderare l’asso nella manica, che l’avrebbe proiettata con più decisione nella lotta scudetto.
Lotta che, a vedere il valore finora mostrato in campo, e la “riparazione di gennaio”, sembra favorire un duello tra la Juve ed il Napoli. La società comandata da De Laurentis, infatti, è sembrata quella che nel mercato ha avuto le idee chiare fin dall’inizio e si è mossa meglio. Alle falde del Vesuvio, dove ormai, oltre che per il sangue sciolto di San Gennaro, si prega alla lunga vita del Matador Cavani, sono arrivati Calaiò (vice-Cavani), Armero e Rolando, ottimo difensore, strappato alla concorrenza dei maggiori club internazionali.
La parola al terreno di gioco.