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di Matteo Dalena
Quattrocento giorni e quattrocento notti. Nel palazzetto dello sport di Casali a Cosenza vivono in quaranta, tutti individui di etnia Rom, divisi in 17 nuclei familiari. Sono finiti qui dopo la notte d’inferno al campo rom che un anno fa vi raccontammo in tempo reale (rileggi QUI), ora in tempi brevissimi dovranno abbandonare la struttura sportiva che li ha ospitati, che verrà restituita alla funzione originaria.
Le procedure di conteggio e riconoscimento dei residenti Rom sono cominciate intorno alle 19 in un clima abbastanza disteso. La notizia dell’intervento della Municipale, rimbalzata in città già dalla tarda mattinata, potrebbe aver messo in guardia possibili “abusivi” che avrebbero avuto così tutto il tempo per assentarsi per qualche ora. Al termine dei controlli di rito è emerso solo un numero esiguo di “non autorizzati” che immediatamente sono stati invitati ad abbandonare la zona.di questo obiettivo gli inquilini del palazzetto nella tarda serata di ieri sono stati sottoposti a procedura di censimento da parte degli uomini del Comando di polizia municipale. Nel palazzetto entrarono in 69 ma, col passare del tempo diversi hanno levato le tende. Secondo la testimonianza di un anziano residente di via Casali alcuni di loro sono rimasti nel quartiere, occupando un comodo appartamento disabitato.
Nel palazzetto non si segnalano danni evidenti. Il pavimento lavato di fresco e l’ordine nelle alcove delimitate da spago e tendaggi, lasciano pensare ad una buona cura per il sito loro assegnato. Rimangono condizioni di precarietà dal punto di vista igienico dipendenti essenzialmente dal fatto che, come evidenziato da Gianfranco Sangermano della O.n.g. “Moci”, che quotidianamente fornisce loro assistenza e ascolto: “Un palazzetto non è una casa”. Per i bambini vivere in un palazzetto dello sport deve avere un significato particolare, glielo leggi negli occhi. L’albero di natale è ancora issato sulle tribune, le porte di calcio e pallamano sono diventati degli stendibiancheria molto pittoreschi.
Nel quartiere si vociferava da giorni di un possibile sgombero o altro provvedimento, prima dell’arrivo degli agenti l’aria era evidentemente frizzante. Agli inizi di agosto la questione palazzetto era balzata in cima alle priorità di un vertice tenutosi nella sede dell’assessorato alla Solidarietà e Coesione Sociale del Comune di Cosenza, ma un mese dopo appare ancora tutto in alto mare. A quanto riferito dagli ufficiali, a giorni il sindaco Mario Occhiuto si occuperà in prima persona della situazione, ma nell’apparente mancanza di una struttura idonea alla loro accoglienza, allo stato è lecito chiedersi: che fine faranno i rom del palazzetto?
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