Da oggi recarsi con un mezzo pubblico all’Università della Calabria costa di più. Per la singola corsa la tariffa lievita da 1 euro e 20 a 1 e 60, per un tagliando di andata e ritorno da e per Cosenza servono 2 euro e 70 centesimi contro i 2 e 30 della precedente tariffazione, per l’abbonamento mensile ci vogliono 32 euro a fronte dei 28 del vecchio listino.
E’ una realtà questa che si traduce in una differenza innanzitutto terminologica: innalzamento dei prezzi vs adeguamento delle tariffe. Da una parte gli studenti, quelli che per lo meno dicono di scegliere l’autobus del Consorzio Autolinee s.r.l. deputato al trasporto di persone sulla tratta Cosenza-Arcavacata, dall’altra il presidente dell’azienda Giuseppe Gigliotti, il quale afferma di aver recepito un decreto regionale (settore n.4 11954, 19 agosto 2013) sull’adeguamento del costo dei titoli di viaggio urbani ed extraurbani.
“Se la situazione perdura, boicotteremo il servizio“. La protesta, divampata sui social network nella seratà di giovedì, anima la soporifera mattinata di un pressoché spopolato ateneo. Orari dei viaggi e relative tariffazioni non si trovano in giro, non sono esposti nemmeno alle pensiline. I rappresentanti degli studenti, impegnati nella timida ripresa delle normali attività accademiche, si trovano così a riflettere sul primo vero annoso problema: una questione particolarmente scottante perché va a incidere sullo scarno budget settimanale degli studenti, soprattutto fuori sede.
“Da una nostra analisi recente – spiega Roberto Ceravolo, membro del senato accademico – uno studente che prende casa a Cosenza normalmente arriva con un budget settimanale che oscilla tra i 50 e i 60 euro. Se soltanto 20 a settimana se ne vanno di trasporto, ci si chiede come questa persona possa anche soltanto acquistare un libro o divertirsi un po’. Già le borse di studio sono diminuite, tagliando pure i trasporti si renderà l’università qualcosa di elitario, fisicamente accessibile a pochi”. Da una parte c’è chi fa sentire la propria voce, dall’altra la sordità di istituzioni che mirano esclusivamente a tagliare il trasporto pubblico: il costo del biglietto non è dovuto alle singole compagnie – precisa Ceravolo – ma alle politiche scellerate che sta attuando la Regione Calabria.
Tagli indiscriminati colpiscono sia la principale arteria ferroviaria, la Reggio-Paola, battuta settimanalmente da migliaia di studenti diretti verso Arcavacata, che il trasporto interno. A tali problematiche di carattere economico si aggiungono i costanti disservizi subiti da chi quotidianamente sceglie il “Consorzio Autolinee” per quel breve passaggio giornaliero pagato a caro prezzo. Ritardi, mancanza di qualunque tipo di segnaletica riguardante orari e corsie e soprattutto di un servizio notturno degno di tale nome, rappresentano le problematiche che stanno più a cuore ai pendolari Unical.
La risposta di Giuseppe Gigliotti, presidente del Consorzio Autolinee s.r.l., non si fa attendere: “La responsabilità è della Regione che ha adeguato le tariffe all’indice inflattivo dei due ultimi anni. Se nel 2012 l’indice Istat è dell’1.5% e nel 2013 è dell’1.5%, rivalutando le tariffe che c’erano con questi due indici i calcoli si ritroveranno. Ciò era previsto in una delibera di giunta, hanno fatto il decreto e noi abbiamo messo gli avvisi pubblici”.
Per quanto riguarda l’arredo delle cosiddette “pensiline” e di tutte le fermate della rete gestita dall’azienda, il presidente annuncia un restyling radicale: “La Regione cofinanzierà il progetto per il rilevamento satellitare delle corse che si tradurrà nell’installazione di paline intelligenti e di totem recanti gli orari delle corse”. In estrema sintesi: dalle stalle alle stelle. Non chiedono quelle i giovani vaggiatori dell’Unical, ma una decenza dovuta perchè, sostanzialmente, strapagata.
LE PROTESTE E LE PROPOSTE DEGLI STUDENTI: