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REPORTER | L’ultimo scatto di Andy Rocchelli

alfredo sprovieri
alfredo sprovieri
Maggio25/ 2014

C’è stato un attentato, bisogna andare a vedere. Pochi chilometri prima di Sloviansk, confine ucraino, teatro di battaglia controllato dai separatisti. Almeno quaranta i colpi di mortaio. Il giovane fotografo francese William Roguelon riesce a salvarsi, Andrey Mironov, interprete russo, e Andrea Rocchelli, fotoreporter italiano, rimangono invece uccisi sotto la pioggia di bombe. Andy, così si faceva chiamare dagli amici, aveva solo 30 anni. Lascia una moglie e una bambina.Si trovava lungo il confine russo per una serie di reportage, l’ultimo dei quali pubblicato solo pochi giorni fa sulla Novaya Gazeta, il giornale d’opposizione che fu anche di Anna Polivtoskaya.

andy rocchelli
Andrey Mironov, 54 anni, e Andrea Rocchelli, 30 anni.

Rocchelli era un giovane free lance, uno dei tantissimi, spesso invisibili, che in modo indipendente cerca di raccontare cosa succede nel mondo. All’apparenza timido, con una passione enorme, nonostante la giovane età aveva già nel suo curriculum tantissime esperienze nei fronti più caldi del mondo. Fra le sue esperienze più significative i fatti di cronaca in Calabria, che ha immortalato intanti scatti, compreso questo famoso chiamato “Calabria Ora” che ritrae una bambina ad una processione votiva.

Andy Rocchelli, «Calabria Ora» (Italia) - Fotografia
Andy Rocchelli, «Calabria Ora» (Italia) – Fotografia

Rocchelli riteneva questo un ottimo periodo per raccontare l’Italia dei paesini, della Calabria si dichiarava giornalisticamente affascinato. Amava mostrare alle persone la loro immagine riflessa nei suoi occhi stranieri. Ha studiato tantissimo: dopo un Master al Politecnico di Milano, Facoltà di Visual Design, ha lavorato per Grazia Neri Photo Agency e nel 2007 come assistente nello studio di Alex Majoli, collaborando con post-produzione e montaggio di mostre.

Nel 2009 la svolta: a Pianello Valtidone, piccolo centro vicino Piacenza, fonda Cesura Lab, un collettivo con altri quattro fotografi. Cesura lavora sul processo artistico di editing, sequencing e la stampa, seguendo progetti fotografici (libro) e la completa produzione di mostre.

Bimbi in un rifugia a Sloviansk - dall'ultimo reportage di Andy Rocchelli
Bimbi in un rifugia a Sloviansk – dall’ultimo reportage di Andy Rocchelli

Dal 2009 Andy ha iniziato una documentazione seriale degli abusi sui civili negli stati del Caucaso in Ingushetia Checenya e Daghestan. Nel 2010 collaborando con Human Right Watch, documenta la crisi etnica nel Kyrgyzstan del sud. Dal 2011 copre gli avvenimenti legati alla “Primavera Araba” in Tunisia e Libia. Dal 2008 incomincia una documentazione a 360° sull’Italia, documentando il fenomeno del velinismo nella TV commerciale italiana, i seminari e la vocazione dei giovani preti, la cronaca in Calabria. Vive e lavora tra Mosca e Milano, collaborando con riviste e giornali nazionali ed come Newsweek, LeMonde, Wall Street Journal, ForeignPolicy, Novaya Gazeta, Panorama, Espresso, Sportweek, Zurich Zeitung, Kommersant. Lavora con Ngos e associazioni del calibro di HumanRightsWatch, Cooperazione Italiana, Soleterre, WomenAgainstViolence Italy.

Un grandissimo talento, voleva sempre raccontare la verità, ad ogni costo, ha ricordato l’amica ucraina che ha fatto visita al feretro del giovane reporter italiano.

 

ANDY ROCCHELLI: “FARE GIORNALISMO E’ TROVARE ROBA MAI VISTA”

alfredo sprovieri
alfredo sprovieri

Nel 2002 ha fondato "Mmasciata". Poi un po' di tv e molta carta stampata. Più montano che mondano, per Mimesis edizioni ha scritto il libro inchiesta: "Joca, il Che dimenticato".

  • Maurizio Rispondi
    10 anni ago

    Si è spento un eroe dei nostri tempi, un uomo libero che raccontava di uomini e donne che la libertà la desiderano come l’aria.
    Un uomo che ha messo la sua faccia per raccontare la vita di altre persone che vorrebbero davvero vivere la libertà.
    Onore per Andy caduto in una vile imboscata.
    RIP

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